GLI ULTIMI DATI SULL'OBESITÀ INFANTILE IN ITALIA

Bambini sulla bilancia

19/07/2017

Sono diminuiti del 13% in un decennio i bambini italiani in sovrappeso. Ma restiamo gli ultimi in Europa: tre su dieci, tra i 6 e i 10 anni, pesano troppo. Tra le cattive abitudini la colazione inadeguata, la sedentarietà e i genitori che sottovalutano il problema.

Meno merendine e meno soprattutto bevande gassate e zuccherate, il cui consumo in un anno scende di 5 punti percentuali (dal 41 al 36%). Il bambino italiano, tra i 6 e i 10 anni di età, si nutre un po' meglio ma potrebbe calare di più, anche perché siamo il paese del sole e della dieta mediterranea. E invece è pigro, fa poco movimento e guarda troppa tv e tablet, ai quali si è aggiunto lo smartphone: in sensibile aumento (dal 35% al 41%) i bimbi che trascorrono attaccati agli schermi più di due ore al giorno, rinunciando così a una sana attività fisica (non più di un giorno a settimana il 23,5% svolge giochi di movimento, contro un 33,8% che si dedica a un'attività fisica strutturata). A riprova che la sedentarietà è un grosso problema, solo 1 su 4 si reca a scuola a piedi o in bicicletta, ma quasi la metà (44%) hanno a disposizione la tv in camera.

La colazione del mattino, poi, non è un gran­ché. Anzi, peggiora: o viene saltata del tutto (8%) o è inadeguata (33%), cioè sbilanciata in termini di carboidrati e proteine per recuperare poi, a metà mattinata, con merende troppo abbondanti (53%). Mentre a dimostrazione del fatto che l'educazione alimentare qualcosa fa, la quota di consumo di frutta e verdura aumenta anche se di poco: nel 20% dei casi, a detta dei genitori, diventa quotidia­na.

Ma soprattutto il dato più confortante di tutti che emerge dai questionari di "OKkio alla salute", traguardandoli, è che in dieci anni di campagne ministeriali di educazione al consumo, sono dimi­nuiti del 13% i bambini obesi e in sovrappeso nel nostro paese. Una lenta ma costante flessio­ne. Più nel dettaglio, la percentuale degli obesi nell'età della scuola primaria è scesa dal 12% del 2008/09 al 9,3% dello scorso anno, mentre quella dei sovrappeso è passata dal 23,2% al 21,3%.

UN PROBLEMA DI SANITÀ PUBBLICA

Luci e ombre sull'andamento dell'obesità infantile si ricavano dalle rilevazioni relative al 2016 di "OKkio alla salute", che è il sistema di sorveglianza nazionale promosso dal ministero della Salute, co­ordinato dal Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute dell'Iss (Istituto superiore di sanità) e condotto in tutte le regioni italiane. Presentati in maggio al ministero, a Roma, i dati riassumono le interviste di oltre 48.400 genitori e 48.900 bambini in più di 2600 classi primarie su tutto il territorio nazionale.

Nonostante i miglioramenti frutto delle crescenti premure – dalla famiglia alla scuola, fino al mondo dell'industria e della distribuzione alimentare (per quanto riguarda l'impegno di Coop vedi nelle pagine seguenti) – tre bambini italiani su dieci hanno ancora problemi di sovrappeso o di obesità; i maschi più delle femmine (9,7% contro 8,8%). E pur non attestandoci ai livelli "americani", rimaniamo il paese fanalino di coda tra le oltre 30 nazioni europee messe sotto osservazione dall'Oms attraverso il piano denominato Cosi (Chil­dhood Obesity Surveillance Initiative), al quale l'Italia partecipa, appunto, con "OKkio alla salute".

«L'obesità è diventata uno dei maggiori problemi di sanità pubblica in Italia», non esita ad afferma­re Walter Ricciardi, presidente dell'Istituto superiore di sanità. «La diminuzione del tasso di obesità nei bambini è un segno che le politiche sanitarie messe in atto cominciano a dare i primi risultati ed è contemporaneamente il segnale che dobbiamo concentrare maggiormente gli sforzi in questa direzione. Tuttavia – prosegue Ricciardi – resta molto da fare, soprattutto nella promozione della consapevolezza sui corretti stili di vita. I genitori devono fare la loro parte: circa il 40% delle madri di bambini in sovrappeso o obesi ritiene, infatti, che il peso del proprio figlio sia nella norma».

Un altro elemento di riflessione è che nonostante il miglioramento che si è avuto, restano forti le differenze geografi che tra Nord e Sud, a discapito di quest’ultimo. Un paese, il nostro, spaccato nettamente in tre parti nel senso della latitudine.

PSICOLOGIA DEL FIGLIO "INVISIBILE"

Ma che motivazioni psicologiche, oltre che comportamentali, ci sono dietro l’obesità infantile?

Liliana Cocumelli, psicoterapeuta e presidente dell’associazione Avc (Aiutiamo i bambini a crescere) risponde che «il bambino può ricercare nel cibo un rifugio contro la tristezza, o può non aver ancora acquisito la capacità di autoregolarsi. Ma molto più spesso è diventato un figlio "invisibile" emotivamente, ai cui bisogni psicoaffettivi l’adulto risponde con un accudimento che passa esclusivamente dal cibo».

Quali consigli si possono dare, allora, ai genitori di bambini obesi o in sovrappeso? «Aiutarli a ridecodificare correttamente lo stimolo fame – risponde la psicotereapeuta – capendo se dietro all’impulso di mangiare non vi sia invece un’ansia da contenere; inoltre offrire un’alternativa al bambino, diversa dalla merendina, per fronteggiare o tollerare un disagio. Andare a fare una passeggiata con la bici può essere un’ottima idea». (consumatori.e-coop.it)

 

PARLA LA DIRIGENTE DEL MINISTERO DELLA SALUTE 

«Ecco perché l’obesità infantile va arrestata»

È più di un fattore di rischio. Stiamo assistendo alla comparsa nei bambini di malattie tradizionalmente dell'età adulta, come il "diabete due", e c'è una casistica precoce di ipertensione e colesterolemia. Intervista a Daniela Galeone, Direttrice dell'Ufficio Promozione della Salute del Ministero della Salute.

Dottoressa Galeone, qual è a suo giudizio il dato fondamentale che emerge dalle rilevazioni di "OKkio alla salute"?

È il fatto che in questi dieci anni è stata registrata una diminuzione del fenomeno. È importante sottolineare che l’obiettivo sia della Ue sia dell'Oms era di arrestare l'epidemia di obesità e di sovrappeso nei bambini, in più a questo noi vediamo piccoli ma incoraggianti segnali di calo. Certo, l'Italia insieme agli altri paesi del bacino del Mediterraneo rimane agli ultimi posti in Europa pur essendo questa l'area di maggior diffusione della dieta mediterranea. Gli indicatori italiani sull'obesità infantile sono ancora peggiori di quelli sull'adulto e c'è dunque molto da lavorare.

Come si spiega questa contraddizione dell'obesità ai massimi livelli nel paese principe del mangiar sano?

Una delle spiegazioni è che sovrappeso e obesità hanno genesi multifattoriali legate all’ambiente in cui le persone vivono e lavorano. Dobbiamo tenere conto del cambiamento degli stili di vita poco orientati alla prevenzione, della sedentarietà delle famiglie che si ripercuote sui bambini e di altri elementi che gradualmente hanno portato a questa situazione e che adesso stiamo cercando di modificare.

Quali sono, per sommi capi, le azioni che avete intrapreso e in quali campi?

"OKkio alla salute" è soprattutto una raccolta di dati e informazioni che servono a misurare gli effetti di interventi molteplici riguardanti le scuole, i pediatri, le famiglie, l'industria alimen-tare, le associazioni sportive, ecc. Tra i tanti cito il miglioramento della ristorazione scolastica (stiamo rivedendo le linee di indirizzo e lo stesso stanno facendo le Regioni), il piano per la riduzione del sale messo a punto con i professio-nisti della panificazione, il lavoro con le scuole e le associazioni sportive per favorire l'attività fisica e il movimento nei bambini, il contributo dei pediatri nel fornire indicazioni concrete alle famiglie sul da farsi, l'impegno dell’industria alimentare affinché i prodotti abbiano un adeguato profilo nutrizionale. Con Coop abbiamo lavorato nella promozione della frutta e verdura e nella riformulazione dei prodotti a marchio con l'obiettivo di ridurre il contenuto di sale. Ben vengano, in futuro, nuove collaborazioni.

Obesità e sovrappeso rappresentano importanti fattori di rischio di malattie croniche. Ce le può ricordare?

Quello che anzitutto preoccupa è il fatto che i bambini che pesano troppo tendono a mantenere questa condizione anche nell'età adulta. Inoltre, queste sono condizioni che possono predisporre all’insorgenza di malattie croniche già nell’età infantile. Stiamo assistendo, non a caso, alla comparsa di malattie tradizionalmente appannaggio dell'età adulta anche nei bambini. La più eclatante è il "diabete due" che non si può nemmeno chiamare più "dell’adulto", perché viene riscontrato con frequenza anche in età infantile. L’ipertensione arteriosa è un’altra condizione la cui comparsa oggi è molto più precoce. Anche altre alterazioni metaboliche sono in aumento e preoccupano: tra queste la colesterolemia che arriva ad interessare, oggi, fasce di giovani fino a pochi anni fa al riparo dal problema.