Le disuguaglianze tra uomini e donne in medicina

La medicina di genere, il nuovo approccio alla salute

La medicina di genere mette al centro le persone (tutte, non solo le donne), con le loro specificità, per garantire una cura appropriata. A Rovereto un ambulatorio dedicato.

All’interno del programma del Festival dell’Economia edizione 2017 “La salute diseguale”, è stato dedicato uno spazio al tema della Medicina di genere, “Le diseguaglianze tra donne e uomini in medicina”, voluto dalla Commissione provinciale Pari Opportunità, in collaborazione con l’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della PAT.

L’incontro è stata un’occasione importante di approfondimento sul tema per stimolare l’interesse scientifico e politico e dare attuazione concreta ed effettiva dei principi di uguaglianza e parità sociale anche in un campo così importante come quello della Salute.

LA MEDICINA DI GENERE NON È LA MEDICINA DELLE DONNE

La Medicina, fin dalle sue origini, ha avuto una impostazione androcentrica relegando gli interessi per la salute femminile ai soli aspetti specifici correlati alla riproduzione.

Dagli anni Novanta in poi, invece, la medicina tradizionale ha subito una profonda evoluzione attraverso un approccio innovativo mirato a studiare l’impatto del genere e di tutte le variabili che lo caratterizzano (biologiche, ambientali, culturali e socio-economiche) sulla fisiologia, sulla fisiopatologia e sulle caratteristiche cliniche delle malattie. Il tema delle “differenze di genere” in medicina, ha una storia relativamente recente.

La Medicina di genere non è la medicina delle donne e ha l’obiettivo di comprendere i meccanismi attraverso i quali le differenze legate al genere agiscono sullo stato di salute e sull’insorgenza e il decorso di molte malattie e sugli outcome (risultati) delle terapie.

Promuovere la salute di tutta la popolazione non può quindi prescindere dal genere che è un determinante di salute: donne e uomini possono mostrare, per la stessa patologia, quadri clinici molto diversi, importanti da riconoscere per diagnosi e cure appropriate; ma purtroppo ancora oggi la cultura della Medicina di genere è poco diffusa e le conseguenze in taluni casi sono eclatanti. Un esempio per tutti: a dispetto di quanto comunemente si pensa, nel mondo occidentale le donne muoiono più degli uomini di malattie cardiovascolari ma, paradossalmente, ricevono meno accertamenti e meno cure in tale ambito.

L’ottica di genere rappresenta una prospettiva innovativa per il futuro della salute e deve essere incluso tra i parametri indispensabili ed essenziali dell’attività clinica e della programmazione e organizzazione dell’offerta sanitaria, anche nella nostra Provincia ad oggi ancora sprovvista di strumenti e strategie dedicate.

Il tema è sicuramente di crescente interesse e costante monitoraggio, sia da parte di autorevoli Società scientifiche, che delle Istituzioni che promuovono la salute e degli Enti regolatori (Istituto superiore di Sanità, Agenzia italiana del farmaco...) che hanno confermato la validazione scientifica della Medicina di genere; tuttavia, a fronte di tutto ciò, non corrisponde un’adeguata revisione e coordinamento delle politiche sanitarie pubbliche per garantire equità e appropriatezza delle cure a tutte le persone in funzione della specificità di genere.

PIÙ RISPARMIO E PIÙ SALUTE

Numerose sono le ricerche, le pubblicazioni anche nel nostro Paese, ma la Medicina di genere non può ancora avvalersi di un patrimonio di cultura sanitaria consolidata in modo condiviso, e come ogni innovazione anche la Medicina di genere incontra ostacoli di conoscenza, accettazione e applicazione. Una maggiore attenzione alle differenze di genere in ambito medico, comporterebbe un risparmio globale della spesa sanitaria e un considerevole miglioramento della salute di tutta la cittadinanza.

Diventa quindi strategico prevedere un’impostazione delle politiche sanitarie basate su questo approccio genere-specifico e alcune Regioni sono intervenute sul tema con azioni di formazione per chi opera in sanità, di monitoraggio e  di programmazione nei piani pluriennali della salute. Segnalo inoltre il recente accordo con i Presidi delle Università di Medicina che prevede l’insegnamento della medicina di genere in modo diffuso nei corsi di studio sin dal prossimo anno accademico: questo ci fa ben sperare! Altrettanto importante, l’istituzione presso l’Istituto Superiore di Sanità del Centro di riferimento per la medicina di genere.

CARDIOLOGIA DI GENERE: A ROVERETO UN AMBULATORIO AD HOC

Durante l’incontro del Festival, la relazione di Maurizio Del Greco, direttore della Cardiologia dell’Ospedale di Rovereto, molto impegnato nello studio e diffusione della cardiologia di genere, ha analizzato i molteplici fattori che nel mondo moderno hanno prodotto un’inversione di tendenza della patologia femminile, da sempre più allertata invece verso le patologie tumorali.

Il caso della cardiologia è emblematico: molte più cure e analisi rivolte agli uomini quando le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte delle donne italiane e anche trentine.

Proprio per questo motivo da tre anni opera presso l’ospedale di Rovereto un ambulatorio ad hoc, un’esperienza particolarmente significativa voluta proprio dal primario Del Greco che ha sottolineato come anche la stessa ricerca non include in modo sufficiente il numero di donne con conseguenze considerevoli anche in termini di appropriatezza della cura.

Fulvia Signani, psicologa dell'Azienda USL di Ferrara e Professoressa incaricata dell'Università di Ferrara, ha presentato un modello di Valutazione d’Impatto del Genere sulla Salute, trattando aspetti metodologici, sia preventivi, sia diagnostico-terapeutici, traendo spunti anche da temi non prettamente sanitari. Per esempio non sempre si dà valore all'importanza del ruolo del caregiver, moglie, compagna, figlia, sorella, badante, che rappresenta un esempio paradigmatico di differenza di genere nel percorso di cura. Anche lei impegnata nella diffusione della medicina di genere e autrice di numerosi articoli e libri sulla tematica.

Ha concluso l’incontro Roberta Chersevani, Presidente della Federazione nazionale Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, che ha sottolineato come il genere sia un determinante di salute e come sia importante sostenere lo sviluppo della Medicina di genere a tutti i livelli anche nel campo della ricerca farmacologica.

I risultati emersi dall’approfondimento saranno occasione di ulteriori sollecitazioni da parte della Commissione provinciale Pari Opportunità all’Assessorato alla Salute e agli stakeholder (istituzioni, portatori d’interesse) del territorio, per introdurre azioni concrete che sviluppino questo nuovo approccio nella formazione, prevenzione, diagnosi, cura, assistenza e ricerca.

di Simonetta Fedrizzi

Presidente Commissione Provinciale Pari Opportunità

Medicina di genere 

La Medicina di genere ha l’obiettivo di comprendere i meccanismi attraverso i quali le differenze legate al genere agiscono sullo stato di salute e sull’insorgenza e il decorso di molte malattie e sugli effetti delle terapie.