NeI datteri di Gerico sono arrivati in Italiaw article

29/10/2018

NEI NEGOZI DELLA COOPERAZIONE DI CONSUMO TRENTINA

Quello di Medjoul è il re dei datteri: grazie a Terra Equa si può gustare fresco, al naturale, come appena colto, e allo stesso tempo si contribuisce anche a un’opera di solidarietà

Dalla città di Gerico alle tavole degli italiani: è il tragitto che stanno facendo dal 2010 i datteri Medjoul, poco diffusi in Europa e in Italia, prima che una imprenditrice fiorentina, Cristina Masini, insieme a Coop Italia decidessero di provare l’importazione e la commercializzazione.

Il Medjoul è giustamente considerato il «re dei datteri» per il suo sapore, la sua grandezza (come una prugna, ma più dolce) e la sua consistenza morbida. Per Gerico è una ricchezza: oggi è il frutto che aiuterà la rinascita economica di questa città palestinese: grazie infatti a Coop Italia i datteri sono commercializzati su tutto il territorio italiano.

Il mercato italiano sta aiutando in modo determinante non solo l’economia di Gerico, ma anche la costruzione, a Betlemme, della prima Clinica di Chirurgia pediatrica. Perché per ogni chilo di datteri venduto, Coop Italia versa alla Fondazione Giovanni Paolo II, che sta costruendo la Clinica, un euro. Quindi non solo si può gustare il re dei datteri, ma si contribuisce anche a un’opera sociale.

A Gerico i datteri sono coltivati e lavorati da alcune piccole cooperative, dove da qualche anno il lavoro non manca; questi datteri venivano consumati dai pellegrini sul posto, nell’oasi, lungo la strada, in riva al Mar Morto; molti datteri prendevano la strada dei Paesi Arabi, delle più importanti pasticcerie del Medio Oriente, dove venivano lavorati con frutta secca e cioccolata: è sempre utile ricordare che in Libano, in Giordania, in Siria prima della guerra, così come nei Paesi del Golfo, ci sono pasticcerie di altissima qualità.

 

Gerico è una città della Cisgiordania di circa 15.000 abitanti: un’oasi dove si produce da sempre ottima frutta: arance, mandarini, papaya, diosperi, banane e datteri in centinaia di ettari di terra fertilissima, chiusa dal Giordano da una parte e dal deserto di Giuda dall’altra; l’acqua del fiume Giordano ha reso questa terra fertile per le diverse colture; già nel libro dell’Esodo si narra dell’oasi di Gerico e della sua frutta prelibata.

Gerico è anche famosa per i suoi resti archeologici che risalgono a oltre diecimila anni fa e ne fanno l’insediamento urbano più antico del mondo; è anche la città più bassa del mondo: 250 metri sotto il livello del mare.

I datteri dell’oasi di Gerico sono riusciti anche in un’opera politica, oltre che economica; infatti Gerico è chiusa, non da un muro come Betlemme o altre città palestinesi, ma da rigidi check point. Ora nessun agricoltore di Gerico può portare la sua frutta fino ai porti israeliani; ecco allora che i container con la frutta vengono presi in carico da trasportatori israeliani che fanno imbarcare la frutta al porto di Ashdod. I datteri hanno contribuito anche a questo piccolo «miracolo»: molte famiglie che lavorano nelle cooperative sono rinate, grazie al nuovo mercato italiano che sembra gradire questo tipo di frutta.

Sono datteri che, nonostante il viaggio, non perdono nulla della loro freschezza e della qualità che si può gustare quando si possono mangiare appena colti dalla pianta: arrivano sulle nostre tavole al naturale, senza essere trattati né coperti di melassa. Sono sanissimi anche perché vengono protetti da grandi sacchi di filo intrecciato che permette al frutto di respirare e maturare, e al tempo stesso li protegge.