FAMIGLIA COOPERATIVA DI NORIGLIO

Quando il pane unisce la comunità

Gruppo 78, Famiglia Cooperativa di Noriglio e Cassa Rurale Vallagarina, con capofila il Circolo Pensionati ed Anziani di Terragnolo, insieme al Comune stesso per consegnare il pane alle persone sole delle 33 frazioni del comune. E contrastare la solitudine, fare prevenzione sociale

In poco meno di un secolo il Comune di Terragnolo, in Vallagarina ai piedi del monte Pasubio, è passato da 2500 a 700 abitanti. Si tratta di un paese ‘sparso’, con 33 frazioni in cui sono distribuiti gli abitanti, talvolta in frazioni di poche anime, spesso lontani qualche chilometro dai servizi di prima necessità. Pochissimi bambini, tantissimi anziani, che vivono la solitudine, le scarse possibilità di movimento e il concreto rischio di emarginazione sociale.

In questo contesto la cooperazione si è fatta anima e ha ritrovato la sua funzione di origine: dare risposte ai nuovi bisogni collettivi.

Il progetto “TCC: Pane collante di comunità”, finanziato dalla Fondazione Caritro, è una declinazione del più ampio progetto “Terragnolo che conta”, uno degli otto progetti di Welfare a km 0 che si è dimostrato un vero laboratorio e incubatore di soluzioni innovative.

Capofila del progetto TCC è la cooperativa Gruppo 78 di Volano: l’obiettivo è far fronte ai bisogni di una comunità montana, ed in quanto tale vulnerabile, facendo leva su turismo di comunità, agricoltura (la reintroduzione del grano saraceno, antica perla di quest’area) e servizi alla persona, attraverso la futura costituzione di una cooperativa di comunità.

Il tutto passa (anche) per il pane cooperativo, ovvero per la consegna a domicilio del pane che assume un duplice significato: “Ci è sembrato che il pane fosse un bene di prima necessità – spiega la direttrice di Gruppo 78 Liliana Giuliani – che in qualche modo rappresentasse un’occasione utile anche per veicolare una attenzione in più alle situazioni maggiormente a rischio di quel territorio, una sorta di intervento di protezione sociale volto a garantire la sicurezza dove ci sono solitudine, isolamento e vulnerabilità”.

Di più: il pane è diventata anche una occasione per fare ‘prove di cooperazione’, ovvero intersecare la disponibilità (di tempo, di risorse, di innovazione progettuale, di visione e di sensibilità) di più enti cooperativi con l’obiettivo condiviso di creare maggiore benessere comunitario.

“Come cooperativa sociale – aggiunge la direttrice – questo entrava perfettamente nelle nostre corde, uscendo dalla logica della gestione dei servizi in senso stretto, per fertilizzare il territorio creando reti attorno ad un obiettivo comune. Passando dai luoghi di cura alla cura dei luoghi”.

 

SERVIZI CHE SI AUTOSOSTENGONO

La partenza, dunque, è quella del pane, con l’obiettivo di guardare oltre, con altri possibili servizi, non in logica assistenziale ma generativa e tendente all’autosostenibilità. Basti pensare che la consegna del pane rappresenta anche una occasione di accompagnamento al lavoro per una persona del territorio che ha bisogno di sentirsi utile ed adoperarsi rispetto ad una funzione preziosa per il territorio.

“Il nostro compito – spiega Barbara Prosser, operatrice incaricata del progetto – è stato quello di rimettere al centro un bisogno e riaffidarlo alla comunità. Permettendo ai soggetti di ricominciare a sentire la responsabilità del proprio territorio e di riattivarsi perché ancora siano ancora risorsa”.

“In questo territorio – ha commentato il direttore della Federazione Alessandro Ceschi – si sono innestate relazioni fiduciarie feconde intorno ad un obiettivo condiviso. Prima le cooperative di quest’area insieme al Circolo Anziani, poi la Federazione e Dolomiti Energia . È il legame fiduciario che fa da collante e riattiva le energie migliori”. “Quello che si respira in questo progetto – ha aggiunto la presidente della Federazione Marina Mattarei – è che quando si tratta del bene di un territorio nessuno si tira indietro. E i limiti diventano stimoli per generare positività, in una sorta di nutrizione reciproca anche intergenerazionale”.

 

LE POTENZIALITÀ DEI SIEG

“In questa sede – precisa Paola Dal Sasso, – possiamo indagare e approfondire tutte le potenzialità che la normativa sui Sieg mette a disposizione delle Famiglie Cooperative, perché le difficoltà morfologiche di questo territorio lo rendono una palestra interessante. Sento entusiasmo e disponibilità e penso che questi siano ingredienti fondamentali per la buona riuscita della sperimentazione”.

Per le sue caratteristiche innovative il progetto del pane sarà presentato in un convegno a Firenze organizzato da Espanet Italia con Fondazione De Marchi, come spiega Mirella Grieco, operatrice incaricata dello sviluppo delle reti territoriali.  La consegna del pane è partita in agosto. (Cooperazione Trentina)

(foto Luca Fornasa)

 

La fiducia di Dolomiti Energia

L’automobile elettrica per la consegna del pane

La consegna del pane a Terragnolo avverrà con una nuova automobile elettrica messa a disposizione del Circolo Pensionati ed Anziani dal gruppo Dolomiti Energia. Una sinergia nata con la proposta di etika, l’offerta per luce e gas della Cooperazione Trentina, poi maturata grazie alla creazione di un legame fiduciario tra i protagonisti.

Il Comune di Terragnolo ha dato la disponibilità del luogo di riparo e di ricarica del veicolo.

Interessante il fatto che il mezzo verrà dal Circolo messo a disposizione delle associazioni in caso di obiettivi condivisi.

La Famiglia Cooperativa con il vicepresidente Tiziano Fait spera che la consegna del pane possa poi sviluppare l’adesione di una intera spesa a domicilio.

 

 

I 40 anni di Gruppo 78

“Attiviamo cooperazione intorno ai bisogni della comunità”. Questa la migliore risposta alla domanda “Di cosa si occupa la cooperativa sociale Gruppo 78?”. Sì, perché spiegare con un elenco di servizi quello che da 40 anni le 46 persone che lavorano in questa impresa svolgono a favore delle 130 persone seguite in maniera più stretta non risulterebbe altrettanto efficace.

I servizi infatti variano dall’abitare più o meno protetto fino all’abitare ‘leggero’, dove cioè viene restituita alla persona in carico la fiducia di gestire la propria vita, con la consegna anche simbolica delle chiavi di casa.

La cooperativa è poi attiva sui fronti dell’avviamento al lavoro e della socialità. Sulla costruzione di luoghi fuori dai servizi dove sia autenticamente praticata l’inclusione sociale.

Gruppo 78 gestisce servizi per conto dell’ente pubblico e negli ultimi anni ha sentito fortemente la responsabilità di rafforzare il dialogo con il territorio e assumersi un ruolo da esploratrice, per portare avanti progetti di comunità e di welfare generativo. Come appunto quello del pane.