CAFFÈ: CHICCHI CHE CONTANO

Bere caffè fa bene, soprattutto se si sceglie un caffè che fa bene anche a chi lo produce, come quello equosolidale di Mandacarù Altromercato

Il caffè è la bevanda analcolica più consumata al mondo dopo l’acqua. La sua coltivazione è fonte di reddito per oltre 20 milioni di famiglie in 70 diversi Paesi ed ognuno ha il suo modo di produrlo e di consumarlo. Crudo o cotto, mescolato a grasso animale o infuso, bollito o estratto, del caffè conosciamo i modi d’uso tradizionale e moderno ma ancora non sono state trovate prove che ne testimonino l’assunzione nell’antichità. Gli studiosi pensano che, al tempo, il caffè non fosse una bevanda, ma che i semi fungessero da sostegno nei momenti di mancanza di cibo e fossero indispensabili alla sopravvivenza di cacciatori e guerrieri che negli spostamenti portavano con sé palline di grasso frammiste a drupe di caffè. 

Di certo la pianta del caffè proviene da Kaffa, una regione dell’Etiopia , e da lì si diffuse in Arabia, Yemen ed Egitto. Dal XVI secolo si diffuse in direzione dell’Europa e da qui ripartì per espandersi nel resto del mondo affermandosi come bevanda quotidiana.

La pianta del caffè è un arbusto della famiglia delle Rubiacee, genere Coffea, e può raggiungere gli 8 metri di altezza (la varietà Coffea Arabica anche i 18 m.); le piante in produzione vengono potate e tenute più basse, fino ad un massimo di 2-3 metri, per facilitare la raccolta. Le foglie oblunghe e lucide di un bel colore verde scuro assomigliano, in piccolo, a quelle dell'alloro e sono disposte a coppie. I fiori ed i frutti sono sullo stesso ramo; i fiori, piccoli e bianchi, sono raggruppati a grappoli di 5 o 7 ed esalano un profumo intenso, simile a quello del gelsomino. La pianta è ermafrodita, racchiude cioè in sé sia organi di riproduzione maschili che femminili: poche ore dopo che il fiore è sbocciato, avviene l’autoimpollinazione grazie all'azione del vento o degli insetti. I frutti (drupe o ciliegie) maturando cambiano colore e passano, a seconda delle varietà, da un verde iniziale ad un giallo intenso ad un rosso o viola acceso; sono simili a piccole ciliegie poste direttamente sul ramo; all'interno della polpa si trovano 2 semi (chiamati caracoliti o perle), i futuri chicchi di caffè, di forma allungata e piatta, solcata da una parte ed arrotondata dall'altra; sono avvolti da una pellicina sottile che li racchiude, il pergamino.

Affinché una pianta di caffè possa entrare in produzione piena occorrono 5-8 anni ed il suo ciclo produttivo si esaurisce dopo circa 30 anni, anche se il periodo di massima produttività termina attorno al 15° anno di vita.

 

IL CAFFÈ EQUOLIDALE: 

BUONO ANCHE PER CHI LO PRODUCE

Nei negozi della Cooperazione di consumo trentina trovate quello equo e solidale di Mandacarù Altromercato. Il caffè Altromercato è di alta qualità e proviene da ben 14 organizzazioni di produttori del Sud America (Messico, Nicaragua, Guatemala, Repubblica Dominicana, Brasile e Perù), dell’Africa (Uganda, Tanzania ed Etiopia) e dell’Asia (India) con cui Altromercato instaura partenariati commerciali basati sui principi del commercio equo: relazioni di lunga durata basate sul dialogo e sulla trasparenza, sul pagamento di un prezzo equo che permette dignità e giustizia sociale per i produttori.

Nei prossimi mesi faremo un vero e proprio giro intorno al mondo alla scoperta dei produttori di caffè Altromercato. Questo mese partiamo dalla culla del caffè.

Si pensa che il caffè di qualità arabica sia nato proprio in Etiopia; negli altopiani centro-meridionali dell’Etiopia, il sistema di coltivazione più usato dai contadini della cooperativa di commercio equoSidama Coffee Farmers Cooperative Union, è infatti quello dei “giardini di caffè”: un sistema che permette di produrre sulla stessa terra sia il caffè come coltura redditizia che i prodotti per l’alimentazione familiare di sussistenza. 

Sidama, impegnata nel miglioramento delle condizioni dei piccoli produttori di caffè etiopi, è formata da 39 cooperative e conta circa 82000 soci ed è uno dei maggiori partner di Altromercato che attraverso la rete delle botteghe in Italia commercializza Etiopia Caffè, 100% arabica d’altura lavato, che esprime l'eccezionale aromaticità dai toni fruttati, esclusiva dell’arabica etiope. 

Il caffè è coltivato in appezzamenti di modeste dimensioni inferiori a 1 ettaro, in modo “non intensivo”, con 1000-1800 piante per ettaro. 

Gli altri prodotti agricoli sono principalmente il mais e il falso banano, detto ensete, un tubero simile alla cassava che a causa dell’elevata resistenza alla siccità fornisce un alimento fondamentale per l’alimentazione delle zone rurali. I contadini usano concime naturale organico e spesso alternano le piante di caffè con palme e “falsi banani” che proteggono dal vento e dal sole le coltivazioni. 

Il caffè occupa in Etiopia ca 400.000 ettari di terreno, contribuisce al 25% del Pil e oltre il 25% della popolazione dipende dalla produzione di caffè.

Altromercato favorisce uno sviluppo sostenibile per la comunità e per l’ambiente, promuove diritti umani, garantisce condizioni di vita sicure e dignitose.

Il mercato del caffè ha conosciuto notevoli fluttuazioni influenzate dalle oscillazioni della borsa internazionale, ma lavorare con le organizzazioni della filiera Altromercato permette ai contadini di ricevere sempre un prezzo più alto di quello stabilito dalle regole del mercato tradizionale e di avere una garanzia di durata della relazione che permette loro di pianificare attività e progetti per il futuro.

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