MUSE, fino al 13 luglio

Concerto per natura morta

La mostra "Concerto per natura morta" permette di ascoltare i suoni della natura, del bosco e dell'ambiente attraverso la mediazione dell’arte

"Si può dire che il "Concerto per natura morta" rivitalizzi gli alberi e che la musica diventi la loro nuova linfa". (V. Dehò)

La molteplicità delle forme naturali è, da sempre, fonte d’ispirazione per artisti, poeti e musicisti, che raccontano e interpretano l’ambiente attraverso l’immaginazione e la creatività: in quest’esposizione 13 tronchi di albero risuonano dell’interazione tra naturale e artificiale.

Prima mostra di arte contemporanea a trovare spazio al Museo delle Scienze di Trento, “Concerto per natura morta”, dell’artista Roberto Pugliese (Napoli, 1982), si colloca nel percorso tracciato dal MUSE quale ente che si apre alla contaminazione tra diverse forme del sapere: arte visiva, musica, teatro, scienza nel MUSE si plasmano e si fondono l’un l’altra per coinvolgere i visitatori e trasmettere loro, assieme alle conoscenze specifiche, anche l’amore per la natura e l’ambiente.

La mostra costituisce, inoltre, la trasfigurazione in chiave poetica dell’esposizione "Wood. Legno, edilizia, tecnologia", inaugurata il 16 maggio; il legno sarà il protagonista degli allestimenti nell’estate 2014 del museo, sia nella dimensione pratica del costruire e fare impresa, sia in quella poetica della rappresentazione artistica.

Il progetto "Concerto per natura morta", realizzato da Studio la Città e curato da Valerio Dehò e Olimpia Eberspacher, prevede l’installazione di 13 tronchi cavi di castagno, giunti alla fine del loro ciclo vitale e sospesi a diverse altezze, in posizione orizzontale. All’interno di ciascun tronco sono posizionati degli speakers che propagano il suono nello spazio circostante, quest’ultimo modulato dalla forma del tronco stesso.

I suoni riprodotti dall’installazione provengono dai luoghi in cui i tronchi sono stati prelevati e sono stati captati sia tramite registratori, sia con l'aiuto di accelerometri, microfoni a contatto ed altri dispositivi per la registrazione di attività soniche fuori dalla portata dell'orecchio umano; queste sonorità sono state successivamente elaborate in digitale, con software realizzati ad hoc e poi assemblate compositivamente.

Con questo progetto, Roberto Pugliese approfondisce la ricerca sulla relazione suono/spazio sviluppando flussi di energia che coinvolgono lo spettatore in un’esperienza percettiva complessa e plurisensoriale.