Tre le scuole certificate, tra le prime in Italia

CON ETIKA PER PREVENIRE E CONTRASTARE IL BULLISMO A SCUOLA

15/03/2021

etika, il progetto della Cooperazione Trentina e di Dolomiti Energia, ha finanziato il percorso di certificazione per la prevenzione e il contrasto al bullismo in tre scuole trentine, coinvolgendo oltre 1000 studenti

Parlare insieme ai compagni di classe e avere il sostegno degli adulti (insegnanti e famigliari): sono queste le principali strategie per combattere il bullismo indicate dagli studenti delle scuole medie Manzoni di Trento, dell’Istituto alberghiero di Levico e delle scuole medie Negrelli di Rovereto, coinvolte nel progetto di certificazione finanziato da etika.

Indicazioni preziose, se si considera che secondo le statistiche nazionali un ragazzo su due è vittima di bullismo, e che il fenomeno è in costante aumento anche nella sua versione online (cyberbullismo). 

L’età più a rischio è quella compresa tra gli 11 e i 17 anni e la maggior parte delle vittime non trova vie d’uscita o strumenti di aiuto e finisce per soffrire in silenzio. 

Molte delle aggressioni, fisiche o verbali, avvengono a scuola, o nel tragitto per raggiungerla.L’azione degli insegnanti e del personale scolastico – che hanno giuridicamente il dovere di denuncia e la responsabilità di intervenire – è fondamentale anche e soprattutto in un’ottica di prevenzione.

Proprio per questo, il progetto etika ha deciso di finanziare tre percorsi di certificazione in altrettante scuole trentine: le medie Manzoni di Trento, l’Istituto alberghiero di Levico e le medie Negrelli di Rovereto. Scuole che sono state tra le prime in Italia ad ottenere questo riconoscimento.

 

LE FINALITÀ DEL PERCORSO CERTIFICATIVO

Il percorso promosso da etika ha permesso di adottare tutti i principi e le precauzioni necessarie per la lotta al bullismo, in coerenza con le linee guida Uni/Pdr 42:2018 sulla prevenzione e sul contrasto del bullismo relative alle organizzazioni rivolte ad utenti minorenni.

Il lavoro realizzato dai tre istituti scolastici, accompagnati dalla consulenza di Agenda 21 consulting, si è basato sul dialogo tra gli studenti, le studentesse e il corpo docente, e ha portato all’elaborazione di un sistema di gestione oggetto di esame da parte dei certificatori che hanno accertato il raggiungimento degli standard fissati dalle linee guida. 

“Quest’esperienza – spiega Paola Pasqualin, dirigente delle Manzoni di Trento – ha rafforzato l’alleanza già presente con il mondo cooperativo, con l’obiettivo condiviso di costruire una comunità educante. Il senso dell’esperienza è stato riflettere con uno sguardo esterno su cosa succede a scuola e decidere una serie di azioni per costruire un ambiente sempre più di benessere. Non è che non ci saranno più i bulli ma ora abbiamo più strumenti per far fronte alle situazioni”. Pasqualin ha anche annunciato che è stata avviata una riflessione per portare il sistema ad una adesione totale.

 

L’OPINIONE DEGLI STUDENTI

All’avvio del percorso di certificazione sono stati somministrati dei questionari a tutti i ragazzi/e frequentanti, per sondare la loro conoscenza e i loro vissuti rispetto al bullismo. I dati emersi non si discostano molto dall’andamento nazionale: anche per gli studenti trentini, infatti, il bullismo si concretizza soprattutto nel percorso casa-scuola a piedi o sui mezzi di trasporto, ma anche nei corridoi, in mensa e in classe. Non sempre è facile parlarne ma le persone che sembrano più indicate sono i genitori e fratelli (47% delle risposte alle Negrelli di Rovereto), seguiti da compagni e amici (23%). 

i responsabili di questi atti sono sempre gli stessi coetanei (per il 62% degli intervistati alle Manzoni), confermando che le forme di prevaricazione si riferiscono sempre a un gruppetto ben definito. La maggior parte degli intervistati sa di potersi rivolgere agli adulti di fiducia in caso di bisogno ed è altresì consapevole della gravità dei fatti di bullismo e cyberbullismo, che solo pochi riconducono a semplici forme di scherzo o banali litigi.

Per la maggior parte degli intervistati il comportamento da attuare in caso in cui si assista ad un atto di bullismo è quello di intervenire a difesa della vittima (all’Alberghiero di Levico la percentuale più alta di interventisti, il 69%, con prevalenza femminile), mentre solo dopo si pensa ad avvisare un adulto. Le offese che fanno più male sono quelle relative all’aspetto fisico e i comportamenti che generano isolamento ed esclusione. Alle Negrelli appaiono più gravi le offese razziali (67%) anche se non vissute in prima persona. 

 

ETIKA PER L’INCLUSIONE

etika è nata come progetto di sostegno e sensibilizzazione sui temi della disabilità, ma ha presto allargato lo sguardo in termini culturali e sociali introducendo progetti per il mondo scolastico e iniziative solidali in occasione della pandemia. Ed è proprio dai racconti degli studenti raccolti in occasione delle varie edizioni del concorso per le scuole che è nata l’idea di occuparsi di bullismo, proponendo tre progetti pilota che ora i partner di etika sperano vengano trasferiti su tutto il territorio provinciale, come buone pratiche utili a modificare il paradigma della stigmatizzazione delle differenze, della violenza e del disagio giovanile.

Il progetto contro il bullismo concretizza l’impegno di etika per una crescita condivisa con le comunità in cui opera. 

Poter migliorare la qualità della vita di molti ragazzi e delle loro famiglie, promuovendo capacità relazionali che permettano di creare rapporti rispettosi di sé e degli altri è senz’altro un modo per contribuire a far crescere nelle nuove generazioni una forte sensibilità verso la sostenibilità sociale.