Rapporto Euricse 2021

SOLIDE E RESILIENTI: IL RITRATTO DELLE COOPERATIVE TRENTINE

Nel 2020 le cooperative trentine hanno generato un valore aggiunto di 1,6 miliardi di euro, oltre 31 mila le posizioni lavorative. Nel rapporto Euricse emerge il ruolo centrale della cooperazione nell’economia provinciale e la sua capacità di far fronte al cambiamento, innovare, crescere

Le cooperative trentine confermano la propria solidità e continuano ad essere un traino di sviluppo sociale ed economico per il territorio, con un valore aggiunto di 1,6 miliardi di euro e oltre 31 mila posizioni lavorative. La crisi pandemica non ha scalfito il comparto che ha dimostrato capacità di investimento a sostegno del proprio processo di innovazione e crescita. Le analisi proposte dal Rapporto “La cooperazione in Trentino”, curato da Euricse nell’ambito dell’accordo di programma con la Provincia autonoma di Trento, mettono in evidenza le difficoltà sostenute da alcuni settori ma anche le sfide e le opportunità che ne sono emerse. 

La ricerca è stata presentata martedì 12 gennaio 2022 con un evento presso la Sala InCooperazione in via Segantini a Trento, al quale hanno partecipato molti rappresentanti del settore e delle istituzioni locali. 

Partendo dai risultati del precedente rapporto “La cooperazione in Trentino”, che aveva evidenziato il ruolo chiave delle cooperative nell’economia provinciale con riferimento al 2017, questa seconda pubblicazione ne analizza le dimensioni al 2020. 

Il rapporto si divide in due parti: nella prima viene fornito un quadro di lettura economico-finanziario e occupazionale della cooperazione trentina, approfondendo le ripercussioni e la reazione dell’intero comparto al primo anno di pandemia da Covid 19; la seconda parte è dedicata all’analisi e alle possibili linee di sviluppo dei cinque settori principali della cooperazione trentina (produzione e lavoro, agricolo, sociale, consumo e credito). 

 

CAPACI DI GESTIRE IL CAMBIAMENTO

Questa nuova edizione intende comprendere se e come la cooperazione sia riuscita a rispondere – o potrebbe farsi carico in futuro – delle nuove istanze sociali emergenti, in un contesto in cui anche dall’Europa arrivano segnali importanti di rilancio dell’economia sociale e cooperativa.

Se, come già evidenziato, durante la pandemia alcuni settori hanno sofferto più di altri, come ad esempio quello di produzione lavoro e sociali a causa delle restrizioni imposte dal governo per limitare la diffusione del virus. Diversamente, le cooperative di consumo e agricole sono riuscite a garantire continuità di produzione proprio grazie alla natura di prima necessità dei prodotti e dei servizi offerti. 

Com’è evidente dai dati presentati nella ricerca, la cooperazione trentina è stata in grado di gestire attivamente il cambiamento, investendo a sostegno del proprio processo di crescita anche durante la crisi, con variazioni positive del capitale investito anche tra i settori maggiormente colpiti dalle chiusure e dalle relative riduzioni di fatturato. 

 

OCCUPAZIONE: 55% DONNE

Nel corso del 2020 oltre la metà degli addetti delle cooperative trentine era rappresentata da donne (55,5% del totale), ed il 15,4% da lavoratori sotto i 30 anni d’età. 

La maggior parte delle cooperative (66,3 per cento) ha dichiarato di aver mantenuto sostanzialmente stabili i livelli occupazionali rispetto al 2019, anche se con situazioni differenti nei singoli settori cooperativi. Anche senza il blocco dei licenziamenti introdotto dal governo, oltre il 90 per cento delle cooperative intervistate ha affermato che non avrebbe comunque ridotto il numero di lavoratori a tempo indeterminato e il 43,4 per cento dei rispondenti ha rinnovato tutti i contratti in scadenza.

Per il futuro i numeri lasciano intravedere segnali positivi. Se le cooperative agricole e quelle di consumo e dettaglianti - che meno delle altre sono state colpite dalla crisi - sono più prudenti nell’esprimere previsioni per il 2022, le cooperative sociali e di lavoro vedono già nel breve periodo una ripresa, con buona parte delle cooperative intervistate che prevede un incremento del fatturato e dell’occupazione già nel 2022.

 

INNOVAZIONE

La crisi economica innescata dalla pandemia non ha ostacolato l’innovatività delle cooperative trentine. Secondo la maggioranza degli intervistati, la crisi sanitaria avrebbe creato nuove opportunitào avrebbe comunque incrementato l’introduzione di innovazioni organizzative, soprattutto nel caso delle cooperative sociali e di quelle di lavoro. 

Sei cooperative su dieci hanno dichiarato di aver introdotto nel corso del 2020 o nei primi mesi del 2021 una o più innovazioni.

Guardando ai settori, se le cooperative agricole hanno riservato una grande attenzione alla tematica ambientale (per esempio con l’introduzione di processi produttivi a basso impatto, l’utilizzo di energie rinnovabili e di pratiche di economia circolare, l’introduzione progressiva del biologico), le cooperative di consumo e le Casse Rurali sono state punti di riferimento per le comunità e le imprese locali.

Per quanto riguarda le cooperative sociali e di lavoro gli investimenti sembrano essersi focalizzati sulla digitalizzazione e sulla formazione dei lavoratori

I dati evidenziano inoltre che le cooperative trentine hanno puntato più a un consolidamento della propria posizione di mercato, che a spingersi e avventurarsi in nuovi settori di business e che le innovazioni introdotte rientrano in un preciso piano di crescita e sviluppo, dato che la maggior parte delle cooperative è intenzionata a mantenere le innovazioni introdotte nel medio-lungo periodo. 

 

LE FAMIGLIE COOPERATIVE

Nel 2020 le Famiglie Cooperative trentine gestivano 355 punti vendita distribuiti in oltre il 90 per cento dei comuni del territorio provinciale (153 comuni su 166). Di questi, più di 200 negozi rappresentavano l’unico esercizio del paese e in 92 comuni le famiglie cooperative operavano come unico negozio alimentare di prossimità a servizio della popolazione locale. 

Tra il 2019 e il 2020 il fatturato è aumentato in oltre il 90 per cento delle realtà intervistate. 

Per quattro cooperative su dieci, la pandemia è stata un acceleratore di innovazioni e ha creato nuove occasioni di rinnovamento ed aumentato il potenziale innovativo dell’impresa, mentre per sei cooperative su dieci il maggior ricorso ai canali di vendita online ha consentito di rafforzare il legame con l’utente finale. 

In particolare, i servizi messi a punto dalle famiglie cooperative per intercettare le richieste dei soci e fronteggiare le limitazioni di movimento introdotte con le misure anti-Covid – come per esempio la consegna a domicilio – hanno rafforzato il rapporto con la base sociale.

La vicinanza alle comunità locali dimostrata dalle cooperative di consumo trentine durante la pandemia rende ancora più evidente la funzione sociale del loro agire che, soprattutto nei territori particolarmente marginali e periferici, si traduce in un vero e proprio “presidio di comunità” (in due comuni ultra-periferici su 3 rappresentava l’unico negozio di prossimità).

Questo aspetto dovrà quindi essere tenuto in debita considerazione mirando a integrare ulteriormente i servizi di interesse generale (SIEG) di cui le famiglie cooperative potranno farsi carico soprattutto a beneficio dei residenti delle aree più remote che rischiano lo spopolamento.  

 

Il rapporto completo si può scaricare sul sito web di Euricse alla voce Pubblicazioni/Rapporti